All’inizio di questa relazione, che è anche l’ultima di questo mandato, vorrei citare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il cui 60° anniversario è caduto il 10 dicembre . In particolare voglio ricordare gli articoli 3 e 29, che rappresentano la sintesi di questa dichiarazione:
“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. … Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità ”
Diritti e doveri sempre più al centro del dibattito civile, politico e culturale, perché non è sempre facile individuare il confine tra i nostri diritti e i nostri doveri. Diritti che riguardano anzitutto il singolo individuo e poi la collettività; doveri anzitutto verso la comunità in cui viviamo e poi verso gli altri.
E’ un dibattito che non terminerà mai perché ogni generazione si dovrà confrontare con problematiche nuove e perché ci sarà sempre il confronto tra chi privilegia i diritti degli individui e chi i doveri verso la comunità.
Penso che lo scopo del nostro lavoro sia quello di cercare il giusto equilibrio, per evitare pericolose derive, sia verso un egoismo individuale o di gruppo ristretto, che disconosce la solidarietà locale, sovralocale o internazionale; sia verso scelte comunitarie o globalizzanti che disconoscono il valore della singola persona o della piccola comunità locale.
Spilamberto non è il centro del mondo, ma è il centro del nostro mondo; in questa antinomia si situa il nostro compito. Un compito che è anzitutto un lavoro culturale .
Nella relazione del 2007 ho svolto una breve riflessione su alcuni dati demografici ed economici significativi per il futuro di Spilamberto. In quella dell’anno scorso ho svolto una riflessione sui tributi e sulle tasse che vengono pagati a Spilamberto in rapporto con gli altri comuni della provincia. Quest’anno credo che sia necessario uno sguardo retrospettivo per valutare il lavoro fatto in questi quattro anni.