AMARETTO DI SPILAMBERTO
Tipici della tradizione spilambertese fin dal XVII secolo e probabilmente nati
dall’elaborazione di una ricetta ebraica sono noti per lo squisito sapore e la
caratteristica morbidezza.
Verso la metà del XIX secolo gli amaretti uscirono dall’ambito familiare e cominciarono
ad essere commercializzati ad opera della famiglia Goldoni, titolare del famoso caffè
Goldoni che si trovava all’angolo fra le attuali corso Umberto I e via Sant’Adriano.
Oggigiorno queste prelibatezze vengono preparate da maestri fornai-pasticceri che si
ritrovano tutti in Centro Storico: Forno Bonucchi Otello, Forno Valisi Giuliana,
Pasticceria Prima o Poi, Bar Pasticceria Lo Zucchero Filato e Panificio Giuliana. Di dolci
che portano questo nome è piena la tradizione di numerosissime località italiane, ma
quelli di Spilamberto si differenziano da tutti gli altri per le loro eccellenti qualità. La
ricetta base è costituita da mandorle dolci e amare impastate con zucchero e albume
montato a neve. Le varianti di questa formula sono infinite, tanto che ogni famiglia di
Spilamberto tiene segreti alcuni accorgimenti che possono andare dal tempo di
cottura al modo con cui si conservano.
Ricetta:
sbollentate le mandorle, sgocciolatele, sbucciatele e pestatele in un
mortaio; mescolate manualmente le mandorle insieme allo zucchero
e aggiungete gli albumi montati a neve fino a raggiungere
un morbido impasto; prendete l’impasto a cucchiaiate e adagiatele
distanziate in una teglia nel forno statico a 160° per 20 minuti circa.
Conservateli in un vaso di vetro chiuso.