LA FILANDA
L’attuale edificio che accoglie la Biblioteca Comunale di Spilamberto fu per lungo
tempo sede di una Filanda, in cui si produceva filato di seta.
L’idea di impiantare questo opificio fu della marchesa Bianca Rangoni, che, nel 1609,
chiamò da Bologna tale Ugolino, maestro filatoliere, perché progettasse un impianto
secondo le più moderne tecnologie. La fabbrica divenne attiva nel 1610 e per poterle
fornire forza motrice venne realizzato il Canalino Castellano, che prelevava l’acqua dal
Canale San Pietro nella zona di San Pellegrino, nell’attuale periferia di Spilamberto.
I bachi da seta, utilizzati per realizzare il prezioso filato, erano allevati sul territorio
spilambertese, pratica in uso presso moltissime famiglie. Quindi sia l’allevamento, sia
la necessaria coltivazione del gelso e la raccolta delle sue foglie, quale alimentazione
dei bachi, crearono un indotto molto importante per l’economia, che rinforzò la spinta
produttiva data dalla ricca offerta di posti di lavoro all’interno della Filanda. Ciò creò
una situazione di protoindustrializzazione locale già dall’inizio del sec. XVII.
I filugelli venivano commercializzati sotto le arcate del portico del Palazzo Antico
Rangoni, tra fine maggio ed inizio giugno.
Nel 1907 le filandiere (o setaiole) - tutte lavoratrici donne, molte pressoché bambine
- organizzarono uno sciopero che suscitò molto scalpore; fu uno dei primi scioperi
indetto e condotto da donne di inizio secolo. La protesta che si protrasse per molti
giorni, e con scelte audaci, portò le operaie ad ottenere un compenso più dignitoso e
un trattamento più umano.
In questa occasione si formò una delle prime leghe operaie della storia italiana.
Una volta dismessa, la Filanda ospitò fino al 1979 il Consorzio Agrario Provinciale, per
poi diventare sede della Biblioteca Comunale.