COLLECCHIO
Situata a Sud del territorio comunale, sulle primissime dolci propaggini
appenniniche, fu abitata fin dal paleolitico inferiore, come attesta il ritrovamento di
uno strumento litico (l’Amigdala di Collecchio) riconducibile a quel periodo e che
costituisce la più antica testimonianza di insediamenti umani sul territorio di
Spilamberto. Vi sono stati anche rinvenuti resti di una villa rustica e di un “tesoretto”
costituito da quattro gemme finemente intagliate di epoca romana. Il suo nome,
Coliclus, è già citato in un documento del 939. Vi è un suggestivo oratorio del sec.
XVII dedicato alla Vergine Annunziata e costruito sulle rovine di un precedente
edificio. Restaurato nel 1748, ebbe nel tempo come patrona la famiglia Selmi e
successivamente passò ai Tacchini che provvidero al restauro intorno al 1905.
La costruzione è in laterizio, faccia a vista. La facciata, rivolta ad occidente, presenta
una porta sormontata da una lapide con la denominazione dell’oratorio. Sul lato nord
si notano alcuni contrafforti, mentre la fronte che guarda ad oriente termina con
un’abside.
Chiuso ai fedeli, l’interno conserva le spoglie dell’astronomo spilambertese Pietro
Tacchini e dei due fratelli, il medico condotto Gaetano e l’ingegnere Agostino.
Da Collecchio, che è il punto più alto del territorio spilambertese, si può godere di un
bellissimo panorama dell’intera Pianura Padana.